Sanità Regione Lazio, varato il piano per ridurre le liste d’attesa

Stanziati sette milioni di euro per erogare tac e risonanze magnetiche in tempi più brevi. Bartoletti (Fimmg): "Meglio attuare il governo della domanda"

La Regione Lazio ha stanziato sette milioni  per aumentare almeno del 25% il numero di tac e risonanze magnetiche erogate in tutte le Asl. Tali risorse, fanno sapere da Via della Pisana con una nota, potranno essere usate anche per l’acquisto di nuovi macchinari.

Secondo quanto previsto la Regione, entro settembre le aziende sanitarie e ospedaliere dovranno indicare come stanno procedendo con la riorganizzazione interna e l’estensione dell’orario del servizio. Entro ottobre tutte le Asl dovranno mettere a disposizione dei cittadini le prestazioni aggiuntive.

Sempre con l’intento di dimezzare i tempi di attesa per tac e risonanze è stato stipulato un accordo con il Campus Bio-Medico di Roma, che resterà in funzione dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 24, il sabato dalle 8 alle 20 e la domenica dalle 8 alle 14. Secondo i piani della Regione, grazie a questa estensione d’orario si passerà dalle attuali 12 mila a 18 mila prestazioni che saranno inserite all’interno del sistemaRecup.

“Le liste di attesa si possono ‘aggredire’ con due tipi di approccio: aumentare l’offerta oppure gestire la domanda – ha detto a Bussola Sanità Pier Luigi Bartoletti, segretario della Fimmg Lazio –. Nel primo caso, se non ci si trova in presenza di una effettiva carenza di tali prestazioni, la misura può risolvere nel primo periodo, il rischio è quello di ritrovarsi, a distanza di un anno, nelle medesime condizioni di partenza, con l’aggravante dei costi aumentati. Nel Lazio, dove abbiano Tac e risonanze in numero superiore a tutta la Germania, non credo che questo provvedimento rappresenti la risposta giusta all’abbattimento dei tempi di attesa”.

“Invece, il governo della domanda – prosegue Bartoletti – richiede di affrontare il problema delle liste in maniera strutturale, definendo criteri di utilizzo di test  e di indagini che si basino su appropriatezza e sulla loro effettiva utilità nel definire un quadro clinico”.

“Aumentare le prestazioni quindi, in assenza di un piano complessivo, di riordino della domanda rischia di avere un effetto boomerang sulla spesa e non risolve il problema se non in via temporanea – conclude il segretario della Fimmg Lazio –. La strada maestra è il governo della domanda, cosa molto più complicata da farsi e che necessita di un notevole sforzo organizzativo e culturale, ed è la strada che cercheremo di intraprendere con la Regione Lazio”.

 

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