De' Lellis, Covid-19: pre-test per lo studio delle varianti e uso di terapie monoclonali

All'Ospedale di Rieti i "pre-test" per individuare eventuali mutazioni del SARS-CoV-2 e la somministrazione di medicinali con anticorpi monoclonali per la terapia di pazienti con Covid-19

L’Ospedale San Camillo de’ Lellis di Rieti utilizza metodiche e terapie all’avanguardia anche nella gestione della malattia Covid-19. 

Il Laboratorio Analisi dell’ospedale provinciale, infatti, può contare sui cosiddetti “pre-test” in grado di studiare le varianti da SARS-CoV-2, attraverso una innovativa metodica di biologia molecolare

Presso lo stesso Laboratorio Analisi, inoltre, dal 7 aprile verranno esaminati i prelievi ottenuti con test salivari rapidi anti-Covid: un nuovo servizio che attraverso l’utilizzo di semplici salivette, sarà somministrato solo ai bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni di età. È un test meno invasivo del tampone naso-faringeo e viene effettuato per verificare e convalidare la presenza di antigeni del virus. Le salivette sono dotate di un piccolo cilindro di cotone che il paziente tiene in bocca per qualche minuto, imbevendolo di saliva. In attesa del referto, il bambino esaminato dovrà restare in quarantena preventiva. I test si potrebbero rivelare molto utili nell’attività di prevenzione e contenimento della pandemia nelle scuole dell’infanzia e primaria.

A partire dalla seconda metà di aprile, sul territorio di Fara in Sabina, al personale della Croce Rossa Italiana, preventivamente formato dagli sanitari della Asl di Rieti, saranno distribuiti 80 test salivari rapidi anti Covid-19 al giorno, da somministrare alla popolazione studentesca residente, nella fascia di età 6-12 anni.

L’Azienda Sanitaria Locale di Rieti continuerà ad effettuare, inoltre, i servizi di accettazione e analisi dei test, presso il Laboratorio Analisi aziendale ospedaliero, restando sempre in stretto contatto con i 73 Sindaci del territorio, tenendosi pronta ad intervenire in caso di necessità.

 

PRE-TEST PER INDIVIDUARE LE VARIANTI

Il de’ Lellis avrà a disposizione sonde molecolari specifiche per tre diverse mutazioni genetiche delle varianti da SARS-CoV-2: 

  • la variante inglese

  • la variante brasiliana

  • la variante sudafricana

Le sonde sono formate da reagenti di nuovissima generazione, che attraverso alcune tecnologie di biologia molecolare presenti presso il Laboratorio Analisi, consentono di individuare eventuali mutazioni del virus. 

Se il test risulterà positivo verrà inviato all’INMI Spallanzani di Roma per ulteriori opportuni approfondimenti, attraverso il sequenziamento del genoma del virus.

Si potrà dunque effettuare un primo screening dei tamponi sospetti, in circa 4 ore, grazie ai test molecolari acquisiti dalla Asl di Rieti. In questo modo, si potranno gestire tempestivamente i casi di sospetta positività di variante da SARS-CoV-2, in attesa dei risultati delle analisi effettuate dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive di Roma.

 

TERAPIE MONOCLONALI AL DE’ LELLIS

La Regione Lazio ha individuato l’Ospedale de’ Lellis tra le strutture che somministreranno medicinali con anticorpi monoclonali. È stato infatti predisposto il protocollo di somministrazione di tali farmaci, ritenuti capaci di fornire un utile supporto alla terapia dei pazienti affetti da infezione da Covid-19. 

Il 30 marzo è stata avviata presso il Centro di somministrazione Monoclonali Covid-19 istituito nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale de’ Lellis di Rieti, diretto dal dottor Mauro Marchili, la somministrazione dell’anticorpo monoclonale per i soggetti che risultano positivi al virus e che ancora non hanno manifestato sintomi gravi della malattia. “Il trattamento – spiega il dottor Mauro Marchili – come per la nostra prima paziente, deve avvenire secondo le indicazioni dell’AIFA, preferibilmente entro le 72 ore e comunque non oltre 10 giorni dalla comparsa dei sintomi della malattia”.


Gli anticorpi monoclonali sono sostanze che agiscono con lo stesso principio con cui il sistema immunitario reagisce verso una aggressione esterna. A ricevere la prima sommistrazione una paziente vulnerabile di 51 anni, residente a Rieti, che ha reagito positivamente alla somministrazione. Dal 30 marzo al 13 aprile, in un arco di due settimane, sono stati trattati con gli anticorpi monoclonali 10 pazienti, tutti residenti in provincia di Rieti, entro 72 ore dai sintomi: cinque donne di 51, 45, 90, 31 e 51 anni e cinque uomini di 74, 61, 58, 92 e 71 anni. Il trattamento è avvenuto secondo le indicazioni dell’AIFA (pazienti positivi al virus, ad alto rischio di progressione dell’infezione verso forme severe di malattia, preferibilmente entro 72 ore e comunque entro 10 giorni dalla comparsa dei sintomi di grado lieve/moderato).

I pazienti sono seguiti, in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, dal personale medico del Centro Somministrazione Monoclonali Covid-19 di Rieti mediante aggiornamenti telefonici e tutti hanno ben tollerato l’infusione della terapia.

Per accedere al Centro di somministrazione Monoclonali è necessaria la prescrizione del Medico di famiglia e/o del Pediatra, di quella delle USCAD o del Medico di Pronto Soccorso, attraverso un numero di telefono dedicato ai Medici, messo a disposizione dalla Asl di Rieti e dell’invio di una email con la scheda di richiesta di somministrazione della terapia. Il centro è aperto tutti i giorni. La somministrazione delle terapie monoclonali è avvenuta anche il giorno di Pasqua.

“La Asl di Rieti - dichiara il Direttore Generale Marinella D’Innocenzo – è una delle prime Aziende sanitarie ad aver attivato questo servizio. L’apertura del Centro di Somministrazione Monoclonali covid-19 di Rieti si integra e implementa agli altri servizi e attività predisposti durante la pandemia: i posti letto covid in ospedale che, con l’apertura della seconda Terapia Intensiva, possono raggiungere un’estensione massima di 97 unità, l’attivazione di una Centrale operativa per la gestione dei casi, sia per il tracciamento che per il monitoraggio degli isolati a domicilio, sia per la gestione clinico-assistenziale dei pazienti sintomatici al domicilio" a cui si aggiunge la Campagna vaccinale anti Covid-19 che, alla data del 18 aprile, ha superato il tetto delle 40.000 dosi di vaccino somministrate in Provncia di Rieti, oltrepassando la soglia del 10% di cittadini immunizzati. Il 17 aprile si è registrato un nuovo record giornaliero di somministrazioni: 1.276 dosi.

Il completamento delle vaccinazioni a gli over 80 anni, anche grazie al coinvolgimento dei Medici di famiglia, è previsto entro il 30 aprile. Un risultato importante per tornare presto e in sicurezza "alla normalità" e un obiettivo a cui da circa quattro mesi, decine di operatori sanitari, stanno lavorando, senza soluzione di continuità, su tutto il territorio della provincia di Rieti.  

(ultimo aggiornamento: 18 aprile 2021)