Malattie cerebrovascolari: le attività di screening della Asl di Rieti
Sintomi, fattori di rischio e prevenzione della patologia carotidea: i servizi dell'Ambulatorio per le malattie cerebrovascolari del de' Lellis di Rieti
Gli aspetti preventivi, diagnostici e terapeutici delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico sono al centro delle attività dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia - Unità di Trattamento Neurovascolare (Stroke Unit), che afferisce al Dipartimento di Emergenza e Accettazione dell’Ospedale San Camillo de’ Lellis della Asl di Rieti. L’UOC di Neurologia – Stroke Unit, di cui è responsabile il dott. Mario Di Napoli, si occupa della diagnosi e del trattamento dei pazienti affetti da patologie neurologiche acute e croniche.
A Bussola Sanità il dott. Di Napoli ha parlato della campagna di screening per la popolazione a rischio di patologia carotidea, in occasione dell’iniziativa Asl Rieti – Perseo: insieme per la prevenzione, articolata in due weekend di sensibilizzazione, informazione e prevenzione che nel fine settimana del 6 e 7 aprile ha offerto ai cittadini l’opportunità di sottoporsi a esami diagnostici e visite specialistiche del servizio di Neurologia.
PATOLOGIE CEREBROVASCOLARI: TRATTAMENTO DEI PAZIENTI A RISCHIO
“La patologia cerebrovascolare è la principale causa di disabilità tra le patologie neurologiche e rappresenta una delle più importanti patologie vascolari”, sottolinea il dott. Di Napoli.
In questo contesto, è fondamentale identificare i pazienti a rischio di patologia carotidea, molto frequente nella popolazione anziana, con il maggior picco di incidenza al di sopra degli 80 anni. Questa patologia colpisce anche soggetti in una fascia di età molto giovane, con esiti particolarmente invalidanti.
La Asl di Rieti dispone di una Stroke Unit che offre una presa in carico multi-professionale al paziente con patologia vascolare cerebrale in fase acuta, provvede alla precoce prescrizione delle misure riabilitative e all’attivazione della prevenzione secondaria, strumento più idoneo per la riduzione delle recidive.
La Neurologia ha un ambulatorio per le malattie cerebrovascolari, dedicato in modo specifico a questo tipo di patologia. Si può accedere tramite richiesta del medico di base e prenotazione al CUP (Centro Unico Prenotazioni) e – spiega il Responsabile della Struttura – “il medico in ambulatorio deciderà il percorso ottimale che può essere seguito per questa patologia anche intervenendo con l’attivazione di pacchetti ambulatoriali complessi” attraverso i quali ci si può sottoporre ad accertamenti molteplici con un numero limitato di accessi, senza bisogno di essere ricoverato in Day Hospital o in degenza ordinaria.
PATOLOGIA CAROTIDEA: SINTOMI E FATTORI DI RISCHIO
I sintomi sono variabili e vanno dalla perdita di forza a un disturbo del linguaggio, fino a un disturbo della vista e questo rende la patologia carotidea difficilmente identificabile, come evidenzia il dott. Di Napoli.
I fattori di rischio sono molteplici, dalla pressione alta al diabete, all’ipercolesterolemia o a patologie di tipo cardiaco, soprattutto la fibrillazione atriale.
PATOLOGIA CAROTIDEA: SCREENING E PREVENZIONE
Per la prevenzione delle malattie cerebrovascolari è importante identificare i fattori di rischio per evitare l’insorgenza di un evento importante sia sotto il profilo della mortalità che della disabilità. “Gli screening riguardano la correzione dei fattori di rischio per l'ateriosclerosi, ovvero cioè la correzione del diabete, dell’ipercolesterolemia, dell’ipertensione, della patologia cardiaca silente – soprattutto la fibrillazione atriale – ma gli screening vanno effettuati soprattutto nelle popolazioni più giovani anche per fattori di rischio meno noti che possono determinare l’insorgenza di questa patologia”, ammonisce il dott. Di Napoli.
Il Responsabile della Neurologia del de’ Lellis si è soffermato su un esame in particolare, “l’ecodoppler dei vasi del collo che permette di identificare la patologia carotidea, che rappresenta il 30% delle patologie ischemiche del circolo anteriore”. “In reparto, c’è la possibilità anche di effettuare doppler transcranici, che permettono di studiare il circolo intracranico”, ovvero la funzionalità, la reattività, il forame ovale con la formazione di microemboli, e le prove di reattività vascolare che consentono di identificare la riserva autoregolatoria cerebrale. Inoltre, precisa il dott. Di Napoli, sono disponibili “esami forniti utilizzando le strutture di altre Unità Operative che supportano la Neurologia in questo screening: la Radiologia, il Laboratorio, la Semeiotica Neurofisiologica”.