Psoriasi: sintomi, cause e terapie
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle. Non è contagiosa ma ha un forte impatto sulla sfera emotiva e relazionale dei soggetti colpiti
La psoriasi è una patologia cronica sistemica, infiammatoria e non contagiosa, che colpisce la pelle, l’organo più esteso e pesante del nostro corpo, dotato di capacità straordinarie: estensibilità e resistenza, autoriparazione, in caso di lesioni. L’alterazione dell’equilibrio dell’epidermide, quando si verifica, risulta visibile e può essere indice di diverse patologie, come la psoriasi.
La psoriasi è caratterizzata da un decorso cronico-recidivante, ovvero presenta periodi di miglioramento alternati a riacutizzazioni più o meno severe. In Italia si stima che il numero di persone affette da psoriasi oscilli tra il 2 e il 3% della popolazione: vale a dire tra 1,2 e 1,8 milioni di persone.
Il Prof. Stefano Calvieri, Direttore del DAI Ematologia, Oncologia e Dermatologia del Policlinico Umberto I di Roma, ha parlato di questa patologia a Policlinico News, affermando che in Europa l’incidenza è lievemente inferiore alla media (2,3% della popolazione) e in media, ne soffrono 3 persone ogni 100 in tutto il mondo. La patologia risulta più frequente in Paesi lontani dall’equatore e in soggetti bianchi, mentre colpisce in egual misura sia uomini che donne. Varia in modo considerevole fra le diverse popolazioni e i vari gruppi etnici considerati, presumibilmente in relazione ai diversi fattori geografici, ambientali e genetici.
INSORGENZA
In generale, un terzo dei pazienti sviluppa la prima manifestazione di psoriasi già in età infantile o adolescenziale. La patologia, comunque, si manifesta prima dei 40 anni, con un picco di incidenza tra i 16 e i 20 anni.
In base all’età di insorgenza è possibile distinguere tra:
psoriasi ad esordio precoce, caratterizzata da elevata familiarità e spiccata tendenza ad evolvere verso una forma clinica grave e/o generalizzata
psoriasi ad esordio tardivo, caratterizzata da un picco di incidenza intorno ai 60 anni, anamnesi familiare positiva solo in un numero limitato di casi e decorso clinico meno grave
SINTOMI
La psoriasi si presenta con tipiche lesioni eritemato-squamose croniche, contraddistinte da squame bianco-argentee spesso non pruriginose, localizzate più frequentemente a livello dei gomiti, delle ginocchia e del cuoio capelluto. Tuttavia, “colpisce in diverse forme, da più modeste a più impegnative e in alcuni casi richiede il ricovero”, come ha sottolineato il Prof. Calvieri in una recente intervista a Radio Italia.
La psoriasi, pur manifestandosi prevalentemente a livello cutaneo, ha risvolti su tutto l’organismo poiché le implicazioni e comorbilità (cardiovascolari, articolari, che coinvolgono l’intestino) sono numerose. Riconoscerla e fare una diagnosi tempestiva non è sempre facile. Onicopatie o otiti esterne con desquamazione, ad esempio, sono diagnosticabili con più difficoltà. “Nel lattante si verificano fenomeni di psoriasi che non vengono diagnosticati. Alcune delle manifestazioni delle dermatiti o candida da pannolino, altro non sono che psoriasi (traumatici)”.
“Da un punto di vista tecnico – sottolinea il Prof. Calvieri – una diagnosi precoce fornisce indicazioni su come possa evolversi la malattia e su come cambiare gli stili di vita per ritardare l’insorgere della malattia”, spesso legata a fattori scatenanti.
CAUSE
La psoriasi è una malattia geneticamente determinata. Alcuni eventi possono contribuire a scatenare la psoriasi nelle persone già predisposte alla comparsa della malattia.
Il Professore ha passato in rassegna i principali fattori predisponenti:
fattori traumatici: ad esempio, psoriasi fotosensibile da esposizione solare, che può risultare in un fototrauma in alcuni momenti della vita
fattori infettivi: psoriasi guttata, caratterizzata dalla rapida comparsa di tante piccole chiazze (lesioni guttate), si manifesta spesso in età giovanile ed è generalmente associata ad un episodio infiammatorio del cavo orale o delle prime vie aeree soprattutto di origine streptococcica, e compare caratteristicamente a distanza di 10-15 giorni dall’infezione
farmaci: la psoriasi può essere evidenziata da farmaci quali quelli utilizzati per l’epatite virale (proglumetacina), FANS, betabloccanti, litio
aspetti endocrino-metabolici: l’esistenza di picchi d’incidenza nella pubertà e in menopausa, ha da sempre fatto supporre l’interferenza di fenomeni di natura ormonale. La psoriasi può peggiorare durante l’assunzione di estrogeni e nel periodo pre-mestruale
aspetti metabolici: dislipidemie e soprattutto obesità influiscono notevolmente sulla comparsa o aggravamento della psoriasi. Le patologie dismetaboliche, inoltre, costituiscono un fattore importante anche perché “comportano una serie di patologie a cascata che fanno parte integrante della psoriasi”
fattori psicologici: ansia e stress sono molto spesso elementi scatenanti e vanno spesso ad alterare i meccanismi immunitari dell'organismo. Tuttavia, possono costituire anche un fattore aggravante di una forma già esistente. “Nelle malattie della pelle – evidenzia il Prof. Calvieri – il fatto stesso di avere la psoriasi, crea disagio nel paziente. Questo disagio può avere un effetto importante a livello psichico”. Dal 37% al 78% di soggetti psoriasici sono stress-responders, in quanto si pensa che lo stress alteri la condizione della loro pelle
fumo e alcol: numerosi studi hanno confermato che determinati stili di vita, come il consumo di fumo e alcol possono agire non solo come fattore scatenante, ma anche come fattore aggravante, comportando di conseguenza una maggiore estensione delle lesioni e una componente infiammatoria più evidente
TERAPIE
Il paziente può stare bene per molti anni, ma il fatto che la psoriasi non si presenti, non esclude che possano verificarsi lunghi periodi di latenza della malattia.
La gamma dei farmaci a disposizione è ampia e ad essa si aggiunge una serie di farmaci biologici, che possono intervenire in alcune fasi chiave della malattia.
La pelle può beneficiare dell’esposizione ai raggi solari, ma non vale per tutti i pazienti. “I soggetti affetti da psoriasi migliorano con l’esposizione al sole che favorisce il metabolismo della vitamina D. Questo pro-ormone promuove l’assorbimento intestinale e renale del calcio ed è indispensabile per lo sviluppo ed il mantenimento della massa ossea, per il mantenimento dei liquidi della pelle, nonché nella immuno-modulazione”, precisa il Prof. Calvieri. Per un 10% dei pazienti, invece, il sole può avere “un effetto traumatico in alcuni momenti della malattia e determinare un suo peggioramento”.