Cosa fare in caso di morso di vipera
Il morso di vipera si riconosce per la presenza di due piccoli fori a distanza di circa 8 mm uno dall'altro. Ecco come aiutare
Ogni anno i Centri antiveleni italiani registrano circa 200 casi di morsi di vipera. Cosa è necessario fare e cosa è invece sconsigliato in questi? Ne ha parlato a Policlinico News la Prof.ssa Maria Caterina Grassi, esperta in Tossicologia Clinica del Centro antiveleni e antidroga del Policlinico Umberto I di Roma.
PRECAUZIONI PER LA MONTAGNA
Quando la scelta della vacanza è la montagna è bene fare molta attenzione. Oltre a munirsi di un’attrezzatura adeguata, come una bottiglia d’acqua e scarpe adatte, è necessario un fischietto per segnalare la propria posizione in eventuali situazioni di pericolo. Potrebbe risultare utile anche un mini kit di pronto soccorso (ad esempio cerotti, un confezione mini di disinfettante, una benda).
È consigliato fare anche molta attenzione a dove si mettono mani e piedi. Ci si può imbattere accidentalmente in piante urticanti o, peggio ancora, una vipera.
Quando una persona viene colpita da una vipera, spiega l'esperta in tossicologia clinica, si fa confusione e, invece di aiutare la persona che è stata morsa, peggioriamo la situazione.
"Le vipere, di cui ne esistono diverse specie, sono gli unici serpenti velenosi in Italia e mordono raramente" ha sottolineato la Prof.ssa Maria Caterina Grassi.
Ogni anno si registrano 200 casi, riferiti a tutti i Centri antiveleni che in Italia sono 8: tre a Roma (Policlinico Umberto I, Ospedale Bambino Gesù, Università Cattolica del Sacro Cuore), tre in Lombardia, uno a Foggia e uno a Firenze.
MORSO DI VIPERA, COSA FARE?
"Di questi 200 casi, il 50% sviluppano un avvelenamento. Il morso di vipera si riconosce per la presenza di due piccoli fori (ndr. come fossero aghi) a distanza di circa 8 mm uno dall'altro".
Ma attenzione, ha ribadito la Prof.ssa Grassi "avvelenamento non vuol dire morte. Tra i pazienti colpiti da questo avvelenamento ve n'è una quota che ha bisogno di un trattamento particolare, può essere necessario un antisiero".
Ecco i consigli dell’esperta:
- assicurarsi che la persona morsa abbia fatto una vaccinazione antitetanica
- disinfettare la ferita
- fare un bendaggio moderatamente compressivo a monte del morso (ad esempio anche con un calzino o una bandana se non si ha a disposizione una benda)
- immobilizzare l'arto
- tranquillizzare il paziente
- portarlo nel più vicino ospedale
COSA NON FARE
L’esperta consiglia di non utilizzare il laccio emostatico: "non serve, anzi può peggiorare la situazione perché il veleno della vipera può alterare la coagulazione, quindi stringere eccessivamente a monte della ferita può peggiorare la situazione". Inoltre, è sconsigliato incidere la pelle e provvedere a una suzione della sede del morso.
È inoltre assolutamente da evitare di somministrare il siero antivipera in ambiente extraospedaliero: "si rischia lo shock anafilattico".