E-Health: l'Italia tra i peggiori in Europa
Lo studio dell'i-Com, l'istituto per la competitività: nel nostro Paese mancano investimenti per aumentare la diffusione della Salute elettronica. In testa alla classifica i Paesi scandinavi
L’Italia è indietro rispetto alle altre nazioni europee sulla Salute elettronica. È quanto emerge da una recente analisi dell’i-Com, l’Istituto per la competitività, che ha presentato uno studio dal titolo “L’internet delle cose e la rivoluzione 5G”.
In particolare, nel rapporto è presente un focus sulla diffusione dell’dell’E-health, la Salute elettronica, in cui viene sottolineato come l’Italia occupi il 18esimo posto in Europa in termini di utilizzo e disponibilità di servizi di Salute elettronica. Il nostro Paese si è classificato a a pari merito con la Lituania, mentre in cima alla classifica degli Stati più virtuosi ci sono le nazioni Scandinave: in testa c’è la Danimarca seguita a distanza da Finlandia e Svezia.
SALUTE ELETTRONICA: L’ITALIA È INDIETRO
La Salute elettronica in Italia arranca: la situazione è ancora frammentata da regione a regione, basti pensare che il Fse (fascicolo sanitario elettronico) è attivo attualmente in sole 7 regioni italiane: Valle D’Aosta, Lombardia, Trentino, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna e Puglia, per nulla presente in Campania, Calabria e Sicilia e in attuazione nelle restanti.
Lo stesso vale per le prescrizionielettroniche, introdotte in tutte le Regioni ma ferme ancora ad una media dell’80%, che vede, secondo dati di Promofarma, Campania e Veneto ai primi posti con un 89.5 % mentre restano i peggiori Calabria (26.7%) e la Provincia di Bolzano (2.6 %).
LA SALUTE IN RETE HA BISOGNO DI MAGGIORI FINANZIAMENTI
L’Italia, si legge nel documento dell’i-Com, ha bisogno di maggiori investimenti per poter raggiungere il livello degli altri stati del nord Europa, per poter incrementare l’efficienza della digitalizzazione del Sistema sanitario nazionale.
Basti pensare che nel 2015 l’Italia ha investito per la Sanità in rete 1. 34 miliardi di euro, pari all’ 1.2 % della spesa sulla salute pubblica quando la media UE variava dal 2% al 3%.
Lo scorso marzo ne scrivevamo per spiegare come, secondo un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’ E-Health abbia fatto passi da gigante. Purtroppo l’Italia resta sempre ancora troppo indietro rispetto agli scandinavi primi della classe.