Meningite, quanto costa vaccinarsi
Tre persone su dieci riportano danni gravi e nel 10 per cento dei casi vanno incontro alla morte. Il vaccino copre l'80 per cento delle infezioni ma in Italia non è semplice accedere alle agevolazioni
Vaccinate i vostri bambini contro la meningite: è il messaggio della campagna “Win For Meningitis” realizzata dalla nota fotografa australiana Anne Geddes. L’artista, famosa per le sue foto di bambini, ha immortalato gli atleti paraolimpici che hanno contratto da piccoli la meningite. È il caso di Beatrice “Bebe” Vio, la schermitrice italiana medaglia d’oro nel fioretto alle Paralimipiadi di Rio che, a causa della malattia che l’ha colpita a 11 anni, è stata costretta all’amputazione di tutti gli arti.
Grazie al vaccino contro i vari tipi di meningite, oggi è possibile prevenire la malattia nell’80 per cento dei casi, come testimoniato dall’Istituto Superiore di Sanità. I costi e le procedure nel nostro Paese non sono però alla portata di tutti, tanto da scoraggiare la pratica della vaccinazione.
COS’È LA MENINGITE
La meningite è un’infiammazione delle meningi, le membrane protettive che coprono il cervello e il midollo spinale. Le cause possono avere origine batterica o virale, ma la malattia può essere innescata anche da funghi e parassiti. I primi sintomi sono molto simili a quelli dell’influenza: mal di testa, febbre, nausea e inappetenza, a cui poi si aggiungono confusione mentale e ipersensibilità alla luce e ai rumori.
Ogni anno in Italia oltre mille persone contraggono la meningite. Mentre nel mondo, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, si verificano 500mila casi ogni anno, di cui circa 50mila letali. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, si tratta di una patologiamortale nel 10 per cento dei casi, mentre tre persone infettate su dieci riportano danni gravi, come sordità, perdita di funzionalità (e amputazione in alcuni casi) di uno o più arti, disturbi della vista, ritardi neuromotori. Le fasce d'età più colpite sono i bambini nei primi anni di vita: non a caso gli esperti consigliano la vaccinazione entro i due anni.
I VACCINI CONTRO LA MENINGITE
Attualmente sono disponibili tre tipi di vaccinicontro la meningite: uno contro il tipo C, un altro contro il tipo B e il vaccino tetravalente A, C, W135, Y. Il primo tipo è inserito nei Lea quindi rientra tra le vaccinazioni raccomandate dal piano nazionale e, dal 2012, il vaccino per la meningite di tipo C ègratuito in tutta Italia. Viene somministrato, in un’unica dose, ai bambini di età compresa tra i 13 e i 15 mesi e gli adolescenti che precedentemente non sono stati immunizzati. In più, il nuovo piano nazionale prevede anche la possibilità di anticipare la vaccinazione nei soggetti a rischio.
Il vaccino tetravalente è raccomandato in Italia soprattutto per chi viaggia. Si può fare a partire dai 2 anni ma è a pagamento in quasi tutte le regioni italiane.
IL VACCINO DI TIPO B
Il vaccino per la meningite di tipo B può essere somministrato a partire dai 2 mesi e il numero di dosi da varia a seconda dell’età in cui si inizia il procedimento. Il nuovo Piano nazionale vaccini, approvato a inizio settembre, ha allargato la fascia di vaccini gratuiti, includendo anche l’anti-meningococco B per i nuovi nati. La teoria fatica, però, a diventare realtà. Nella pratica, infatti, ci vorranno mesi perché il nuovo piano diventi operativo. E nell’attesa, ogni regione continua a fare a modo suo. In alcune regioni il vaccino di tipo B contro la meningite è a pagamento, mentre in altre è offerto gratuitamente.
VACCINO DI TIPO B: DOVE È GRATUITO
Le regioni che hanno cominciato a offrire gratuitamente i nuovi vaccini di tipo B sono Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In Puglia, ad esempio, il vaccino è gratuito per i bambini nati dopo il 2012. In Toscana è gratis per chi è nato dal 1° gennaio 2014. In Emilia Romagna, invece, dopo l’approvazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza, il vaccino contro il ceppo B della meningite è gratuito per i nuovi nati, mentre per chi è già nato il vaccino viene pagato a metà tra regione e genitore. L’azienda sanitaria compra il vaccino e lo fa pagare ai pazienti a prezzo di costo.
VACCINO DI TIPO B: LE REGIONI IN CUI È A PAGAMENTO
In altre regioni invece il vaccino è erogato a prezzo pieno. Non solo, poi è necessario trovare qualcuno che lo somministri. In Lombardia, ad esempio, i genitori che vogliono vaccinare i propri figli devono comprare il vaccino in farmacia: 149 euro da moltiplicare per tre, cioè il numero di richiami totali che bisogna fare perché il vaccino abbia efficacia, per un totale di 447 euro. A questa somma bisogna poi aggiungere almeno 100 euro per il pediatra su cui ricade la responsabilità di somministrare il vaccino in un ambiente protetto, cioè con tutta la strumentazione per far fronte a eventuali effetti collaterali. Stessa cosa accade in Umbria, dove il costo per ogni somministrazione è di 140 euro.