Sanità, per sostenere il Ssn serviranno 200 miliardi nei prossimi 10 anni

L'allarme della Fondazione Gimbe, Cartabelotta: "Manca una strategia politica ed economica, il sistema di welfare deve tornare al centro dell'agenda"

Nuovo allarme per il Servizio sanitario nazionale. Senza un Piano di salvataggio, politico ed economico, il Ssn rischia di essere presto un reperto del passato: sono le conclusioni della Fondazione Gimbe, che ha presentato a Roma il Rapporto sulla sostenibilità del Ssn 2016-2025.

"Per salvare la sanità pubblica, già sofferente prima della crisi economica e oggi agonizzante per i continui tagli - afferma il presidente della FondazioneGimbe, Nino Cartabellotta - occorre anzitutto una esplicita volontà politica, documentabile da tre segnali, che oggi non si colgono: la sanitàpubblica e, più in generale, il sistema di welfare devono essere rimessi al centro dell'agenda politica; Governo, Regioni e Parlamento devono confermare all'unisono che gli obiettivi del Ssn sono ancora quelli della sua istituzione; programmazione finanziaria e sanitaria devono avere l'obiettivo prioritario di salvaguardare la sanità pubblica".

SISTEMA SANITARIO NAZIONALE: IL PIANO DELLA FONDAZIONE GIMBE

Da qui la proposta di un 'Piano di salvataggio del Ssn'. Un Piano fondato su "cinque azioni fondamentali", a cominciare dalla "certezza sulle risorse destinate al Ssn, mettendo fine alle annuali revisioni al ribasso rispetto alle previsioni del Def e con un graduale rilancio delle politiche di finanziamento pubblico". Dal 2010 la politica - ricorda la Fondazione - ha scelto di disinvestire pesantemente dal Ssn: dopo i 25 miliardi di euro sottratti da varie manovre finanziarie nel periodo 2012-2015, la sanità pubblica ha perso altri 6,79 mld. E il Def 2016 prevede che il finanziamento del Ssn nel 2019 si riduca al 6,5% del Pil: "Una soglia che non solo mina la qualità dell'assistenza, ma rischia di ridurre l'aspettativadivita, fenomeno nel frattempo già documentato per la prima volta nel nostro Paese".

SANITÀ: IL FABBISOGNO SARÀ DI 200 MILIARDI NEL 2025

Nel 2025 il fabbisogno del Sistema sanitario nazionale sarà di 200 miliardi di euro. Una cifra "enorme", che si potrà recuperare solo con "l'incremento della quota di spesa privata intermediata da fondi integrativi, un piano di disinvestimento dagli sprechi e, ovviamente, un'adeguata ripresa del finanziamento pubblico", emerge dal Rapporto.

La stima del fabbisogno finanziario della sanità nel giro di 10 anni, spiega Cartabellotta, "si basa sugli ultimi dati ufficiali della spesasanitaria, quelli relativi al 2014: 111,47 miliardi di euro è la spesa pubblica, 33 mld quella privata, di cui ben 27,07 mld sborsati dai cittadini e 5,95 mld 'intermediati' (4,60 miliardi da fondi sanitari integrativi e 1,35 mld da polizze assicurative)".

IL PIANO: TICKET E SPRECHI

Secondo il rapporto della Fondazione Gimbe quasi 25 miliardi di euro sono stati sprecati in Sanità lo scorso anno, circa il 20% del totale della spesa, 112,408 miliardi secondo il consuntivo 2015. Le voci che hanno gravato di più sono l'eccessivo numero di prestazioniinefficaci, inappropriate o troppo costose rispetto ai benefici reali (7,4 mld) e la corruzione, male italico che si annida anche nel Ssn (4,9 mld).

Grazie ai ticket sui farmaci e sulle prestazioni sanitarie, nel 2015 sono confluiti nelle casse regionali oltre 2,8 miliardi di euro. Rispetto al 2014, dai dati emerge un incremento medio della compartecipazione alla spesa per i farmaci del 4,5% e una riduzione media del 2,2% sulle prestazioni, che raggiunge il 4,4% nelle regioni in Piano di rientro, calcola il rapporto sulla base dei dati della Corte dei Conti. La Fondazione ricorda che, come documentato dall'Agenas nel 2015, "in Italia esiste una vera e propria 'giungla dei ticket', con differenze regionali relative ai farmaci rispetto alle prestazioni, agli importi che i cittadini sono tenuti a corrispondere e alle regole utilizzate per definire le esenzioni".