Lazio: sblocco di 540 milioni di euro per la Sanità
La decisione del Tavolo tecnico interministeriale. Bartoletti: "Buone le premesse, ma ora i fatti per iniziare una operazione di rimodulazione dell'offerta"
Dal tavolo tecnico interministeriale arrivano ben 540 milioni di euro nella casse della Sanità della Regione Lazio. La decisione è stata comunicata dal Presedente Nicola Zingaretti. Il Tavolo tecnico ha inoltre giudicato in maniera severissima il lavoro svolto dall’amministrazione regionale nel corso 2012, motivando così il mancato sblocco delle risorse lo scorso anno. Secondo Zingaretti, “abbiamo aperto una nuova fase che punta a far marciare insieme una politica di assoluto rigore con la lotta agli sprechi, insieme alla definizione di un sistema sanitario più equo, più funzionale e più vicino alle esigenze dei cittadini”.
Positivo anche il commento di Pier Luigi Bartoletti, segretario della Fimmg Lazio, che a Bussola Sanità ha dichiarato: “Bisogna dare merito a Zingaretti di questa decisione eccezionale, perché era tempo che il Lazio aspettava queste risorse. Le premesse sono buone, ma ora servono i fatti per iniziare una operazione di rimodulazione dell’offerta dei servizi sanitari. L’immissione di liquidità nel sistema è importante perché dà la possibilità di lavorare in un clima più disteso. È una specie di tranquillante per la Sanità del Lazio, ma prima che finisca questo effetto benefico, è necessario intervenire sull’offerta dei servizi e risolvere problemi ormai non più accettabili, come la mancanza dei posti letto nelle nostre strutture”.
Nei giorni scorsi il Presidente della Regione Lazio aveva anche comunicato, in qualità di Commissario per la Sanità, il provvedimento di commissariamento ad acta della Asl Roma E. Le ragioni che hanno determinato la decisione stanno tutte “della gestione irrituale e inadeguata dei rapporti con la Regione Lazio e la carenza di controlli sulla gestione delle strutture private”.
“Ci sono stati fatti gravi – ha commentato Bartoletti – ed è giusto che chi non rispetta le regole venga punito. Devono esserci norme di regolamentazione, ma in alcuni casi si tratta di leggi troppo restrittive che vanno semplificate. La nostra è una regione troppo burocratizzata: pensiamo ad esempio all’iter che un giovane medico deve cominciare per poter aprirsi uno studio. Serve un’autorizzazione da parte dell’amministrazione regionale e la compilazione di tantissimi documenti, per cui oggi è difficilissimo che professionista appena laureato riesca a cominciare una propria attività autonomamente. In questo senso andrebbe rivisto qualcosa”.