Screening, 1 donna su 4 effettua mammografie con strumenti superati
La denuncia da Assobiomedica, in Italia strumenti di 15 anni fa nonostante continua innovazione in campo radiologico
In Italia i mammografi sono vecchi: 1 donna su 4 si sottopone allo screening con apparecchiature di oltre 15 anni fa. Lo denuncia Marco Campione, presidente dell'Associazione elettromedicali di Assobiomedica, sulla base degli ultimi dati europei pubblicati da Cocir (European coordination committee of the radiological, electromedical and healthcare IT industry). Infatti, nonostante la grande e continua innovazione in campo radiologico sul fronte della prevenzione e diagnosi di molte patologie, le donne italiane continuano a ricevere un maggior numero di radiazioni con un parco di apparecchiature vetusto: il 91% dei mammografi convenzionati ha un'età maggiore di 10 anni.
I dati Cocir attribuiscono al nostro Paese la maglia nera per l'obsolescenza delle apparecchiature diagnostiche in Europa con il 25% di macchinari da sostituire. "Da Paese con un sistema sanitario tra i più invidiati al mondo - ha dichiarato Marco Campione - siamo arrivati a essere classificati tra i peggiori per mancato ricambio tecnologico delle apparecchiature di diagnostica per immagini, posizionandoci dopo paesi come la Romania (18% da sostituire), la Slovacchia (10%), la Repubblica Ceca (12%), la Bulgaria (9%) e l'Ungheria (6%). Questo trend di peggioramento si è registrato negli ultimi anni in seguito alle massicce iniziative di revisione della spesa e ai ridotti investimenti regionali in moderne apparecchiature".
Secondo il presidente dell'associazione elettromedicali di Assobiomedica, un processo di sostituzione sistematico e progressivo nel tempo delle tecnologie porterebbe invece ad un'ottimizzazione dei costi in grado di ritornare dall'investimento iniziale già nel breve periodo, grazie anche alla migliore gestione di utilizzo dei carichi delle equipe mediche e paramediche, nonché delle prestazioni eseguite in condizioni di urgenza che tecnologie più evolute rendono possibile.
"In particolare - spiega Campione - oltre 1.300 mammografi, 15.000 ecografi e 400 Tc hanno abbondantemente superato la soglia di adeguatezza tecnologica. Ben 1.200 mammografi convenzionali hanno più di 13 anni e il 20% ne ha addirittura più di 20: è chiaro che lo stato di vetustà del nostro parco tecnologico può incidere in modo negativo sui programmi di prevenzione, anche in campo oncologico. Per questo è quanto mai necessario che il nostro Paese torni ad avere un approccio che mette il paziente al centro, avviando un processo di sostituzione programmata del parco apparecchiature più obsolete per consentire ai cittadini di beneficiare dei vantaggi delle nuove tecnologie soprattutto per screening e diagnosi precoce".